Sfogarsi a Parole

 In fondo conosciamo,  entrambi, i motivi della nostra sofferenza. Ma ammetterlo a noi stessi sarebbe davvero troppo. Anime in pena, sole tra molti. Non è poi così scontato vedere in te la rosa più bella del mio piccolo mondo; Che non è nient'altro che il mio umile universo. Ti guardo, mi fai male e mentre ti tengo stretta, le mie mani sanguinano martoriate dalle tue spine. Sai, amore,  una vita senza dolore è un utopia. E un salvagente spesso è più utile di un trampolino. Mi ci aggrappo per non sprofondare,  nel mare torbido, in cui mi trovo.

Aria, ti fai strada nello spazio, "contenitore invisibile". Nutrimento per il Fuoco intoccabile, nemico ma anche alleato. Terra, che ci sorreggi; Lasci che l'Acqua ti attraversi portando vita laddove prima albergava arida morte.

Sdraiato, su sabbia umida, fisso il nulla che mi sovrasta. Sento l'acqua densa e antica, farsi strada sotto i miei piedi, che prima scompaiono e poi appaiono. Ogni cosa sembra rapita e assorta in un ritmo infinito.

Spalle d'amica su cui poso la testa quando ne sento il bisogno. Desideri d'amanti, prima uniscono e poi dividono. Distanti che si cercano e istanti che confortano. Non più sangue nelle vene ma istinti primordiali, rendono unico ciò che siamo, come una giornata soleggiata  nel profondo inverno.

Scappare da se stessi sarebbe come correre,  senza meta, cercando di sfuggire  alla nostra stessa ombra, che cerca d'acchiapparci.

Vagabondo, che vieni dall'America Latina. Soltanto tu conosci certe ragioni  che spingono un uomo  così lontano. Hai lasciato che un canto, della tua giovinezza, prendesse il posto della tua lucidità. Il tuo sguardo, sfuggente e presente, non si accorge che dormi per strada. E intanto cerchi conforto, nell'abbraccio, di una piazza affollata.

Battito cardiaco, che scandisci il mio tempo. Prima rallenti e poi acceleri. Non affannarti! Non inseguire certe follie, sia le mie, che quelle dei nostri tempi. Ti ascolto. Se batti, io vivo. Se taci, io muoio. -

Curve su strade dritte, disturbano la monotonia. Vertigini  su piedi saldi, Interrompono l' equilibrio. Temporali e terremoti, liti e separazioni; La quiete si difende, attaccata da tutti i fronti, con incrollabile resilienza.

Oggi, ho bevuto un caffè, con il mio passato. Mi ha parlato di tante cose, troppe cose, a cui non ho prestato attenzione. D'un tratto poi, si è zittito. Ho alzato lo sguardo, alla ricerca del suo, ma era sparito. Oggi, con il mio passato, ho bevuto un caffè amaro.

Tu sei, forte come una guerriera e fragile come una foglia. Fredda come un pezzo di ghiaccio e calda come un tizzone ardente. Le tue piccole mani,  così brave ad accogliere ogni mia intemperanza, e la tua dolcezza, così abile a smorzare ogni mia irruenza. Tu che conosci la chiave del mio piacere, vieni ad aprire le porte del mio inferno. Non per spegnere le fiamme,  ma per mettere altra carne sul mio fuoco, affinché, di me, non rimanga altro  che cenere.

Quando arriva il desiderio, Il cuore batte... e non soltanto nel petto. La pelle e il respiro d'improvviso si scaldano. Gocce di sudore scavano solchi sulla pelle, anche se fuori, tira vento. La mente e l'anima  ormai divorate da un incendio, indomabile. Il piacere, si è già sostituito al desiderio quando i nostri corpi, nudi e sfiniti, continuano a cercarsi.